Stenosi: cause, sintomi e terapia

La stenosi spinale lombare è stata definita come una sindrome clinica di dolore ai glutei o agli arti inferiori, che può verificarsi con o senza dolore alla schiena, associato a uno spazio ridotto disponibile per gli elementi neurali e vascolari nella colonna lombare.
Si tratta di un restringimento del canale vertebrale, dei recessi laterali o del forame intervertebrale, che causa la compressione delle corrispondenti strutture neurovascolari. 

La stenosi degenerativa lombare ne rappresenta la forma più comune e deriva da alterazioni della colonna vertebrale lombare che si verificano con l’invecchiamento, tra cui ipertrofia delle faccette articolari, perdita di altezza del disco intervertebrale, rigonfiamento del disco, formazione di osteofiti e ipertrofia del legamento giallo; può anche essere dovuta ad alterazioni del tratto lombare conseguenti a interventi chirurgici o a infezioni. 

Il segno distintivo della stenosi spinale è la claudicatio neurogena, che consiste in dolore agli arti inferiori e sintomi neurologici esacerbati dal cammino, normalmente bilaterali e simmetrici; il sintomo normalmente tende a peggiorare con l’estensione lombare e viene alleviato dal riposo in posizione flessa o seduta. 

A causa del disagio riportato durante il cammino, i pazienti che soffrono di stenosi del canale tendono ad evitare di camminare e riportano uno scarso equilibrio, perdita sensoriale (intorpidimento o formicolio), debolezza muscolare degli arti inferiori e, dunque, un aumento della disabilità e una riduzione della qualità di vita. 

Secondo gli studi più recenti, il dolore radicolare riportato dai pazienti può essere dovuto ad una combinazione di compressione meccanica, irritazione infiammatoria degli elementi neurali e congestione vascolare. 

Nonostante la terapia più comunemente utilizzata sia quella chirurgica, una revisione sistematica Cochrane ha riportato che, con i dati attualmente disponibili, la terapia chirurgica non sembra essere superiore a quella conservativa, che include farmaci, esercizi e corsetto. 

Inoltre, mentre non sono stati riportati effetti collaterali per la terapia conservativa, quella chirurgica li riporta nel 10-24% dei pazienti e comprendono infarto, frattura dei processi spinosi e disturbi respiratori, fino al rischio di reintervento e morte. 

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