Le terapie per la scoliosi e il dorso curvo

Terapie per la scoliosi e il dorso curvo

Risponde alle domande il Dott. Stefano Negrini
Responsabile della Segreteria Scientifica

 

Quali sono le terapie per la scoliosi?

La terapia della scoliosi è una terapia a gradini: l’importante è partire dal gradino giusto per il singolo paziente. E qui ci vuole tutta l’esperienza del bravo medico per fare una buona prognosi di eventuale evolutività.

  • Il primo gradino è la semplice osservazione: tenere sotto controllo i casi meno gravi.
  • Il secondo sono gli esercizi specifici nelle mani di un rieducatore esperto: possono essere fatti in gruppo. E’ già un primo freno all’evolutività, essenziale ma non garantisce il risultato.
  • Il terzo gradino è quello decisivo, quello che di norma, se la scoliosi viene presa in tempo, garantisce il risultato: ed è il corsetto.
  • Infine, quanto tutto fallisce, quando evitare l’aggravamento non è più possibile, allora c’è l’ultima spiaggia: la chirurgia.

Che obiettivo hanno gli esercizi?

Gli esercizi per il trattamento della scoliosi hanno come obiettivo:

  • Far riconoscere al soggetto la deviazione.
  • Insegnargli il movimento che tende a correggerla.
  • Abituare il soggetto a mantenere la correzione in ogni situazione.
  • Correggere le alterazioni determinate dalla scoliosi.

Ma perchè qualcuno dice che gli esercizi non servono ?

Perchè purtroppo ci sono tanti che dicono di fare degli esercizi utili per il paziente con la scoliosi ed in realtà utlizzano tecniche a volte inutili ed a volte addirittura dannose. Nonostante i grandi nomi, spesso stranieri, dietro ai quali queste tecniche si nascondono (da Mézières a Souchard, dalla Rieducazione Posturale Globale all'osteopatia, per giungere alla chiropratica, alle manipolazioni di diverso genere, al Sohier, al Klapp, ai vari byte, plantari su misura, spessori e cunei assurdi, ma anche i massaggi, le elettrostimolazioni e tutte le tecniche passive), seguendo delle vere religioni in cui alla base ci sono i principi dei maestri ispiratori e non le necessità della patologia e soprattutto del paziente, vengono provocati solo dei grandi danni in primo luogo ai pazienti ed in secondo luogo alla serietà di chi lavora bene anche con gli esercizi. In letteratura ci sono numerosi lavori pubblicati e, a parte uno, tutti sostengono l'utilità degli esercizi. E' vero, come sostengono i detrattori degli esercizi, che sono lavori che non hanno il rigore che la letteratura medica richiede per poter affermare con assoluta certezza che una terapia è efficace, ma è altrettanto vero che se questa fosse la richiesta per tutte le terapie per la scoliosi non si potrebbe fare più nulla: anche per tutti gli altri trattamenti infatti, dai corsetti alla chirurgia, non ci sono studi definitivi, come per gli esercizi. Di certo sappiamo che gli esercizi corretti, come quelli proposti da ISICO su rigorose basi scientifiche teoriche e secondo le attuali prove di efficacia in letteratura medica, sono un freno, una prevenzione quando la scoliosi è lieve, mentre sono un elemento essenziale per ottenere un risultato finale ottimale quando si indossa un corsetto.

E le terapie per il dorso curvo?

L’ipercifosi si cura molto bene con gli esercizi, che insegnano a correggere la posizione. Gli esercizi di fatto servono ad insegnare la posizione corretta al ragazzo, ed a dargli la forza sufficiente per riuscire poi a mantenere questa posizione corretta nella vita di tutti i giorni. Rinforzare senza insegnare la posizione non serve, esattamente come non serve insegnare la posizione senza rinforzare.

E i corsetti?

Una volta si usava molto il corsetto con il collare cervicale, per allungare la colonna verso l’alto. Il corsetto, invece, si basa su un altro principio, che è quello di spingere in mezzo alle scapole e, attraverso due controspinte una data a livello delle clavicole con due appoggi ed un altro a livello addominale con il cosiddetto pancino, si ottiene facilmente la riduzione dell’ipercifosi. Sullo stesso principio di basa il gesso, che può essere necessario nei casi più gravi. Rarissimamente si ricorre poi alla chirurgia.

Ma il corsetto non rappresenta un problema per l'adolescente?

Due parole sono indispensabili sul corsetto: è un trattamento impegnativo, che va affrontato però solo quando il problema è importante. Comunque oggi non usiamo più i corsetti alti, quelli con il collare tipo il Milwaukee, molto invasivi, poco sopportati e comunque molto meno correttivi di corsetti bassi, che restano tranquillamente sotto la maglietta, purchè un po’ morbida, e sono veramente ben tollerati e poco visibili. Con questi si può fare sport, ginnastica a scuola, si fa vita assolutamente normale. Anzi, non solo si può: si deve. Infatti più ci si muove con il corsetto addosso migliori risultati si ottengono. Il corsetto non è un cilicio: è un trattamento impegnativo ma è un’ortesi esattamente come l’apparecchio per i denti, che anche lui si vede, anche lui è antiestetetico (certamente di più del corsetto per il tronco, solo che è socialmente più accettato), anche lui da un po’ di fastidio, ma si porta per ottenere il risultato finale che nel nostro caso non è solo estetico (e vi posso garantire che il risultato estetico se si fa tutto bene è eccezionale), ma anche importante per l’età adulta in termini di minori dolori e minori problemi alla schiena.

 

 

Ultimo aggiornamento: 28/4/2006
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