La terapia con esercizi per il mal di schiena
Estratto da: van Tulder M, Malmivaara A, Esmail R, Koes B. Exercise Therapy for Low Back Pain. A Systematic Review Within the Framework of the Cochrane Collaboration Back Review Group. Spine 2000:25(21);2784-2796 (Referenze Bibliografiche n. 61).
Ci risiamo. Anche in questo numero del bollettino sono numerosi i lavori che, con ricerche originali o accurate analisi della letteratura, infieriscono sulla nostra presunzione di possedere la chiave per il trattamento delle lombalgie e in particolare di essere certi dell'efficacia degli esercizi ad azione sul mal di schiena, acuto o cronico. E ancor più del fatto che alcuni esercizi, i nostri, siano più efficaci di altri, quelli degli altri.
Conclusione di val Tulder e collaboratori: "l'evidenza riassunta in questa revisione sistematica non suggerisce che esercizi specifici siano efficaci per il trattamento del dolore lombare acuto".
Conclusione di Bendix e al: "non sono state osservate significative differenze per quanto riguarda la capacità di lavoro, l'assenteismo per malattia, il numero di consultazioni del medico, il dolore lombare, il dolore agli arti inferiori o le attività della via quotidiana tra il 'ripristino funzionale', trattamento multidisciplinare dei pazienti in gruppo, e il molto meno costoso trattamento fisico intensivo".
Dopo un'altra seria metanalisi, ancora val Tulder e al concludono che "vi è una moderata evidenza che l'aggiunta di una componente comportamentale all'usuale programma di trattamento per il dolore lombare cronico non abbia effetti positivi sullo stato funzionale generale e l'intensità del dolore".
Addirittura, l'aggiunta di un libretto di informazioni tipo 'mal di schiena: fai da te' ai consigli dati dal medico durante la visita è misteriosamente controproducente (Little e al), e l'aggiunta di un programma video interattivo al libretto non ne rinforza l'efficacia (Deyo e al). So bene che dire che non ci sono prove dell'efficacia di qualcosa non equivale a dire che quel qualcosa non serve: però … Come è noto, anche le linee guida statunitensi, canadesi, inglesi, svedesi, australiane sulle lombalgie mettono in guardia dal fare eccessivo conto sugli ampiamente diffusi e iperreclamizzati trattamenti 'riabilitativi'.
In compenso, una strategia di offerta di messaggi positivi a una popolazione in materia di mal di schiena sembra influenzare il trattamento medico e ridurre la disabilità e i costi assicurativi legati alla lombalgia (conclusioni di Buchbinder e coll).
E allora, ancora una volta, che fare? Probabilmente ha sempre più ragione il vecchio Nachemson: non ha tanta importanza cosa si fa, ma il fare qualcosa, occuparsi della persona che viene a noi lamentandosi per il proprio mal di schiena: rassicurazione psicologica anzitutto, e consigli convincenti sull'utilità di un'attività moderata e dell'osservanza di semplici regole ergonomiche. Il grande problema è come essere convincenti: ci vuole tempo e empatia.
Resta un altro problema: perché nonostante tante smentite, e comunque senza nessuna evidenza 'scientifica', tante metodiche, in gran parte eponime, spesso divergenti e non di rado contraddittorie vengono propagandate con grande sicurezza e dispiego di mezzi? Senza voler insinuare che è nel non indifferente ritorno economico l'origine della pervicacia con cui tanti metodi vengono sotenuti e diffusi, potremmo concludere con il grande Lawrence Sterne, il creatore di Yorick e di Tristam Shandy, grande conoscitore della natura umana, che "it is in the nature of a hypothesis when once a man has conceived it, that it assimilates everything in itself, as proper nourishment, and form the firs moment of your begetting it, is generally grows stronger by everything you see, hear understand"; è nella stessa natura di una ipotesi, una volta che l'abbiate concepita, assimilare in sé ogni cosa come proprio nutrimento, e fin dal primo momento in cui l'avete generata viene resa più forte da qualsiasi cosa voi vediate, sentiate o comprendiate.
Appunto.