Webinar di aggiornamento GSS - Novembre 2024
"Scoliosi: Innovazioni tecnologiche per la valutazione e la terapia"

webinar

Il Gruppo di Studio della Scoliosi organizza un ciclo di cinque webinar fra Novembre e Dicembre.
E’ possibile seguire i webinar in diretta o rivederli in qualsiasi momento fino al 30/04/2025. Tutti gli iscritti avranno accesso alle registrazioni degli interventi dal giorno successivo a ciascun webinar, in un'area riservata.

Questi gli argomenti che saranno trattati:
- Spiegare obiettivi e risultati della terapia con l’aiuto del grafico della storia naturale
- L’intelligenza artificiale: applicazioni in clinica
- Valutare la scoliosi senza radiazioni: la grande novità della misurazione con ultrasuoni
- Stato dell’arte e innovazione nella progettazione e costruzione dei corsetti
- Sensori per misurare l’adesione al trattamento in corsetto e migliorare la compliance. Le nuove tecnologie

L'iscrizione all'evento dà diritto a:
seguire i webinar in diretta o rivedere le registrazioni in qualsiasi momento fino al 30/04/2025.
- acquisire 5 crediti ECM validi per l'anno 2025, previa verifica dell'apprendimento nel sistema FAD del provider Symposia

Per informazioni contattate la Segreteria GSS: Tel 0381.23617 - mail: gss@gss.it

INFORMAZIONI E ISCRIZIONI

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img news2ISCRIZIONI 2025 AL GSS

UN ANNO DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE PER IL GSS

Coloro che si iscrivono nel 2025 al GSS partecipano al programma annuale di studio e di aggiornamento tecnico e scientifico, che dà diritto a ricevere, senza costi aggiuntivi:

- 6 Fascicoli monotematici
- 3 Webinar esclusivi per gli iscritti
- 200 migliori abstract selezionati e tradotti
- Diritto di accesso annuale al software ISICO ScoliosisManager

Accedere, con versamento di una quota integrativa, al programma facoltativo di Formazione a Distanza (GSS-FAD ed ECM) che permette di acquisire 50 CREDITI ECM.

Per saperne di più

Il punto di vista di Boccardi

Autonomia e dipendenza
Estratto da: Rothstein JM. Autonomy and Dependency. Physical Therapy 2002:82(8);750-751 (Referenze Bibliografiche n. 2).

Fa molto piacere trovare esposte con tanta chiarezza e autorità alcune delle proprie vecchie idee, difese da tempo anche in climi spesso burrascosi.

Mi occupo di preparazione di fisioterapisti (tutto sommato è un buona cosa potere di nuovo utilizzare un termine che ci rende più agevole lo scambio di idee con le esperienze straniere che contano) da cinquanta anni esatti, da quando abbiamo organizzato all'Ospedale di Niguarda, a Milano, la prima scuola italiana di 'kinesiterapia', diventata presto scuola di fisioterapia. Ho partecipato all'operazione per tutto questo tempo, venendo a contatto con gli allievi di diecine di scuole sparse in tutta Italia, e grazie alla generosità dei loro direttori continuo a farlo oggi che le scuole sono diventate corsi di laurea, come da tempo auspicato.

E per cinquanta anni ho lavorato fianco a fianco con diecine di fisioterapisti, condividendo con loro entusiasmi e preoccupazioni per i risultati, non sempre all'altezza dei nostri desideri, del lavoro fatto insieme. Ho naturalmente incontrato fisioterapisti 'buoni' e fisioterapisti 'cattivi' (così come d'altronde medici buoni e medici cattivi), ma posso assicurare di aver ricevuto da parte della maggior parte di loro in quanto ad intelligenti verifiche della validità delle premesse teoriche e applicative delle loro tecniche di intervento e a condivisione di esperienze sul campo, molto più di quanto io avessi loro trasmesso.

Così, a parte le differenze insite nella grande diversità delle situazioni (basti pensare alle differenze tra le retribuzioni dei fisioterapisti americani, dovute alla forza della loro potentissima corporazione, e quelle dei nostri sottopagati fisioterapisti), non si possono non sottoscrivere le preoccupazioni destate nell'autore, un eminente terapista e studioso, dall'uso estensivo del termine autonomo, al di là della giusta richiesta di una libertà di pratica che consenta di usare 'liberamente' tutta l'abilità, l'esperienza e l'empatia con la persona presa in carico. E da noi, dove esiste fortunatamente una ricca disponibilità di fisiatri particolarmente convinti della necessità di una messa in comune delle rispettive competenze, l'autonomia dovrebbe essere intesa anche come la sintesi e l' integrazione delle due autonomie, dei medici e dei terapisti.

Mi piace rilevare una singolare concordanza con gli obiettivi dell'intervento riabilitativo, il cui scopo finale non è quello di ottenere a tutti i costi l'indipendenza (l'autosufficienza) del paziente, ma di consentirgli di raggiungere la possibilità di una scelta autonoma del suo progetto di vita, nei limiti consentiti dalle conseguenze dell'evento morboso. E, come ripeto spesso ai miei giovani allievi, prendiamo esempio da quello che riesce a fare un bambino di uno o due anni: assolutamente non autosufficiente ma anche completamente autonomo, in grado di fare quello che vuole servendosi delle sue inarrivabili capacità di manipolazione dell'ambiente familiare.

 

 

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