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Webinar per gli iscritti GSS:
"Rachialgie Rare... o meglio... quelle che possiamo incontrare più spesso"

Siamo giunti all'ultimo appuntamento con i webinar 2024 dell'opera multimediale "Il trattamento conservativo delle patologie vertebrali" edito dal GSS.

Il 22 gennaio alle ore 18:00 il dott. Carlo Trevisan, medico Ortopedico, presenterà un webinar, nell’ambito delle rachialgie rare che avrà come titolo: "Rachialgie Rare... o meglio... quelle che possiamo incontrare più spesso".

“Piuttosto che fare una carrellata delle malattie più strane che esordiscono come un mal di schiena e che in verità sono riportate con una certa abbondanza in letteratura ma che poi è assai improbabile che giungano alla nostra osservazione, credo sia più utile, per chi affronta quotidianamente le patologie vertebrali, affinare la propria capacità diagnostica nei confronti di alcune malattie potenzialmente gravi che si nascondono dietro una semplice lombalgia. Anche quelle che ho scelto di illustrarvi sono poco frequenti, ma è possibile che voi le possiate incontrare qualche volta nella vostra vita professionale, ed in quella occasione non dovete farvele scappare.” Carlo Trevisan

Per assistere al webinar occorre essere in regola con iscrizione GSS 2024.

Occorre entrare con il proprio account personale nell'area personale del sito GSS dove si trova il link a Zoom.

Per ulteriori informazioni contattare la segreteria: 0381-23617 o gss@gss.it

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img news2ISCRIZIONI 2025 AL GSS

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Il punto di vista di Boccardi

La riabilitazione biopsicosociale multidisciplinare per il dolore al collo e alla spalla fra gli adulti in età lavorativa. Una rassegna sistematica all'interno della struttura del Cochrane Collaboration Back Review Group
Estratto da: Karjalainen K, Malmivaara A, van Tulder M, Roine R, Jauhiainen M, Hurri H, Koes B. Multidisciplinary Biopsychosocial Rehabilitation for Neck and Shoulde Pain Among Working Age Aduls. Spine 2001:26(2);174-81 (Referenze Bibliografiche n. 21).

La difficoltà maggiore del mio, d'altra parte graditissimo, compito di preparare il consueto "punto di vista" per il bollettino del GSS è senza dubbio quella di trovare qualcosa di nuovo da dire ogni tre mesi. Tenterò di trovare un paio di spunti nei lavori di questo numero.

La maggior parte dei lavori tradotti nel bollettino presenta, come sempre, i risultati di ricerche metodologicamente ben impostate e ben condotte. Tuttavia, raramente abbiamo l'impressione di poterli inserire automaticamente nella lista di quella Evidence Based Medicine che dovrebbe aiutarci nella scelta delle condotte terapeutiche da attuare nei nostri pazienti: e molte volte contraddicono con i dati della nostra, nel mio caso ahimè lunga, esperienza. Dobbiamo quindi dirci d'accordo con coloro che affermano che l'EBM debba essere sottoposta al vaglio dell'esperienza personale: occorre essere convinti della "evidenza dell'Evidenza". Non è soltanto un mio problema: in questo numero, Karjalainen e al in una metanalisi sull'efficacia del trattamento multidisciplinare del dolore cervicale non trovano nella letteratura un solo lavoro del tutto affidabile.

Un fattore che mi sembra troppo spesso sottovalutato è quello dell'importanza dell'evoluzione spontanea della sintomatologia, specie per quanto riguarda il sintomo dolore. Abbiamo tutti l'esperienza, anche personale, di dolori al collo che scompaiono spontaneamente dopo qualche mese, per poi magari ricomparire a distanza di tempo: ivi comprese alcune sintomatologie a carattere nettamente radicolare. Io consiglio a parenti e amici, oltre ad alcuni ovvi accorgimenti ergonomici, di avere pazienza per tre mesi: e di solito mi va bene.

E' poco giustificato attribuire la "guarigione" all'ultimo trattamento effettuato, quale che sia: post hoc non propter hoc, è un saggio ammonimento che ci viene dai nostri padri. E quanto al placebo, è noto che alcuni placebo sono più placebo di altri.

Mi sembra invece naturale che l'esercizio migliori mobilità e motilità cervicale, soprattutto di questi tempi nei quali la sedentarietà prolungata, tra ufficio e guida dell'automobile, riducono di molto la possibilità di utilizzarle nella vita di tutti i giorni.

Un altro spunto di riflessione viene dalla letteratura del lavoro di Irnich e al, e soprattutto del commento di Cummings. Il fatto che un finto laser sia efficace sul dolore, e non molto meno dell'agopuntura "vera", fa indubbiamente pensare. Così come il fatto che a non essere soddisfatto delle prove dell'efficacia di una agopuntura anche ben condotta, e a richiedere nuove e più conclusive ricerche, sia Cummings, membro influente dell'Acupunture Society di Londra.
Quanto alla sindrome miofasciale, non sono ancora convinto (e non solo io, lo abbiamo visto) della possibilità di diagnosticarla: e forse anche della sua esistenza come sindrome autonoma.

 

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