img news2ISCRIZIONI 2025 AL GSS

UN ANNO DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE PER IL GSS

Coloro che si iscrivono nel 2025 al GSS partecipano al programma annuale di studio e di aggiornamento tecnico e scientifico, che dà diritto a ricevere, senza costi aggiuntivi:

- 6 Fascicoli monotematici
- 3 Webinar esclusivi per gli iscritti
- 200 migliori abstract selezionati e tradotti
- Diritto di accesso annuale al software ISICO ScoliosisManager

Accedere, con versamento di una quota integrativa, al programma facoltativo di Formazione a Distanza (GSS-FAD ed ECM) che permette di acquisire 50 CREDITI ECM.

Per saperne di più

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Webinar di aggiornamento GSS - Novembre 2024
"Scoliosi: Innovazioni tecnologiche per la valutazione e la terapia"

webinar

Sono terminati i webinar in diretta della giornata GSS - Novembre 2024, in programma durante i mesi di novembre e dicembre.
Restano a disposizione per chi decidesse di iscriversi le registrazioni di tutti gli eventi fino al 30 aprile 2025

Questi gli incontri che si sono tenuti:
- Spiegare obiettivi e risultati della terapia con l’aiuto del grafico della storia naturale
- L’intelligenza artificiale: applicazioni in clinica
- Valutare la scoliosi senza radiazioni: la grande novità della misurazione con ultrasuoni
- Stato dell’arte e innovazione nella progettazione e costruzione dei corsetti
- Sensori per misurare l’adesione al trattamento in corsetto e migliorare la compliance. Le nuove tecnologie

Nel mese di gennaio 2025 verranno inviate le istruzioni per collegarsi alla piattaforma Symposia dove occorrerà rivedere i webinar e compilare il questionario per l'acquisizione di 5 crediti ECM FAD - anno 2025

Per informazioni contattate la Segreteria GSS: Tel 0381.23617 - mail: gss@gss.it

INFORMAZIONI E ISCRIZIONI


Il punto di vista di Sibilla

Uno studio comparativo dei corsetti TLSO, Charleston e Milwaukee per la scoliosi idiopatica
Estratto da: Howard A, Wright JG, Hedden D. A Comparative Study of TLSO, Charleston, and Milwaukee Braces for Idiopathic Scoliosis. Spine 1998: 23(22); 2404-11 (Referenze Bibliografiche n.27).

Studio molto ben condotto pur con tutti i limiti che comporta un'indagine di questo tipo.

Spesso infatti le variabili possono essere poco assimilabili e lo studio di ogni singolo effetto da esse dipendenti può essere più fuorviante che chiarificatore.

Sono presi in considerazione infatti tre generi di corsetto quello “a spinta” il T.L.S.O., quello a stimolazione propriocettiva, il Milwaukee e quello notturno a deflessione il Charleston.

Vale la pena di aprire una parentesi su quest'ultimo in quanto è un epigono delle docce gessate notturne e dei lettini di reclinazione che emergono dalla notte dei tempi e che sono stati abbandonati da tempo perchè considerati inefficaci. Solo in Germania, per quanto ne so, sono ancora prescritti lettini gessati in deflessione, con la sponsorizzazione di note case produttrici di bende gessate.

Era ovvio che con un minimo di conoscenza storica dell'evoluzione del trattamento ortopedico della scoliosi il Charleston fosse il corsetto che dovesse dare minore affidabilità.

E non solo per questo motivo,

E' noto infatti che una ortesi agisce sulle vertebre di controllo della postura, sia in via diretta, vedi lo schema a blocchi da noi (bioingegneri ed ortopedici) messo a punto sin dal 1972, dal quale si evince che un effetto di controllo sul sistema meccanico o muscolare è legato ad un feed-back con i centri superiori per input da modificazioni che partono dal sistema meccanico stesso (applicazione di ortesi); sia per via indiretta per attivazione dei sistemi sensoriali e di controllo di singoli segmenti.

Una deflessione perciò, senza spinte (attivazione meccanico-attiva) non può portare ad una correzione, nè ad una stabilizzazione della correzione stessa.

Per questo motivo, infatti, non abbiamo mai prescritto corsetti tipo Charleston.

E sempre per questa ragione, la cui pratica operativa abbiamo visto suffragata da notevoli successi nel trattamento ortopedico delle deformità, abbiamo limitato l'uso del corsetto di Milwaukee, come del resto era già stato indicato nel Congresso di Norimberga del 1988, per soggetti dai 18 mesi di vita ai primi 4-5 anni di età e per curve con apice superiore a T5.

Il T.L.S.O., per quanto non certo assimilabile come azione correttiva a corsetti come il Lionese o lo Chêneau, rimane l'unico che dia dei risultati statisticamente validi.

E' interessante notare come in questo lavoro sia previsto l'intervento a tempo parziale ed è pure notevole l'affermazione che un buon risultato della terapia è prevedibile sin dai primi mesi.

Ora questi sono i cardini della terapia ortopedica che viene da noi effettuata. Bisogna ottenere un risultato favorevole nei primi 6 mesi di terapia e l'ortesi va indossata a tempo scalare in accordo con i risultati ottenuti e con l'incremento della maturazione ossea.

Ribadiamo un concetto che abbiamo espresso più volte sia pubblicamente che per iscritto: una terapia ortopedica ben condotta DEVE portare a risultati positivi.

Per ben condotta si intende iniziata il tempo giusto e con le ortesi adeguate (ricordando che non si può trattare tutte le scoliosi con un unico tipo di ortesi), controllare che l'uso delle stesse sia corretto, in particolare per quanto riguarda l'efficacia delle spinte e la temporizzazione nell'uso, sempre per ore consecutive.

Portare un corsetto 21 ore su 24 significa che va indossato per 21 ore consecutive (senza pause pranzo, come spesso si sente consigliare) e tolto poi 3 ore consecutive (e non frammentate). Nelle 3 ore che il corsetto viene tolto il soggetto può praticare anche sport agonistico senza nocumento per l'evoluzione della terapia. Ricordiamo a questo proposito quanto diceva Stagnara: “Lo sport è il fronte attivo della riabilitazione”.

Da ultimo una annotazione che fa rilevare come in Italia, nel settore delle prescrivibilità delle ortesi, le cose non vadano poi così male al confronto degli U.S.A., dove un corsetto viene corrisposto dalle Assicurazioni per il 75% solo se usato a tempo pieno. Ciononostante ancora troppe sono nel nostro paese le ortesi mal realizzate.

E questo è una delle poche situazioni in cui non potremo dire che l'erba del vicino è sempre più verde.

La “ciofechizzazione” delle ortesi è purtroppo un fenomeno su scala internazionale.

E' triste constatare che chi ne soffrirà saranno i pazienti.

 

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